Brano: [...]piegare d’un colpo la testa sull’impugnatura del mitra e rimanervi, mentre un filo di sangue gli scendeva da un foro alla tempia destra. Istintivamente Erven si avvicinò per soccorrerlo, ma venne a sua volta colpito da un proiettile al lato sinistro del torace. Dopo qualche istante di stordimento dovuto al dolore e accecato dal fumo delle esplosioni delle bombe, cominciò a scorgere i volti dei suoi compagni Maliakoff, Pianfetti, Nasone, Cosacco, Giuseppe di Picun, Biggi, Max, Aldo Baggioli, Orlando e Nuccio Moro che continuavano a sparare. Anche lui riprese a sparare, ma per poco, perché un secondo proiettile andò a spappolargli la parte superiore della coscia destra, lasciandolo tramortito dallo spasimo. Accorse l’infermiere Biggi, ma ben poco poteva fare la medicazione col pacchetto di garza disponibile. Il sangue sgorgava inesorabilmente e solo un poco più tardi, quando una improvvisa coltre di nebbia (fenomeno non raro d’estate in montagna) permise lo sganciamento, anche Erven potè strisciare nel bosco, dove il giovanissimo garibaldino Max [Porro][...]